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E’ stata una domenica  di cultura,  legalità e anche di sorprese quella trascorsa nel paese dei funghi e delle castagne. Così voleva l’Amministrazione comunale, così è stato.
Alle ore 10.30 , in piazza Gramsci, si sono incontrate diverse generazioni che sovente si guardano, ma non si vedono. La finalità ? Fare memoria e costruire speranze.
Il primo cittadino Santino Bubbo ha dato il là alla manifestazione: “ Oggi abbiamo  messo insieme gli anziani con i giovani, dal loro legame può nascere qualcosa di bello e utile che guarda indietro senza dimenticare il futuro.
Ricordando chi si è sacrificato per la patria, possiamo rafforzare quel senso civico di cui si ha bisogno per far sì che le volgarità non prevalgano sulle buone maniere. Siamo felici di accogliere anche due giovani, Maria e Marco, che hanno avuto una bellissima idea”.
La dietrologia è toccata agli anziani che, con il fardello di un album pieno dei ricordi , hanno raccontato agli astanti le loro toccanti  esperienze di vita vissuta per asserire che il presente non è figlio del caso, ma è costato tanto, anche vite umane. Esperienze spesso sinonimo di sofferenze, privazioni, guerre.
Gli anziani impegnati sui fornti di guerra e  premiati con targa e pergamena sono stati: Talarico Rosario; Gentile Serafino; Talarico Filippo; Mazzei Giuseppe; Cavallaro Pasquale; Fuoco Raffaele; Elia Carmine; Passafaro Luigi; Ruberto Domenico; Talarico Francesco; Elia Vincenzo; Muraca Luigi; Schipani Salvatore; Covelli Costantino.
C’era chi come Filippo Talarico aveva in tasca una medaglia come prigioniero di un lager nazista; c’era chi come Vincenzo Elia ha ricevuto un encomio dallo Stato inglese come partecipante attivo alla Resistenza.L’iniziativa è stata promossa per il 150 dell’unità d’Italia.E’ la prima volta che nel paese presilano  si fa una simile manifestazione.
Non altrettanto si può dire delle Costituzioni ai diciottenni che ,da queste parti, è  una consuetudine pensata per unire campanile e nazione.  La prima volta è stata data nel 2003.
L’intelligente intento pedagogico è arcinoto: amministrare non vuol dire solo fare strade e piazza, ma anche puntare sui cervelli, le intelligenze, le risorse umane.
Va da se che la cultura va messa al primo posto: ecco il perché del dettato costituzionale che parla di diritti, ma anche di doveri per cambiare l’ambiente sociale e politico, migliorandone l’equità e la qualità di vita, per consentire alle nuove generazione di agire in modo attivo e responsabile nella vita sociale.
Ecco i giovani che hanno compiuto il diciottesimo anno e hanno ritirato una copia della Costituzione: Bolotta Adriana; Anania Maria; Marchio Miriam; Matarise Debora; Talarico Teresa; Talarico Maria Luisa; Colosimo Federica; Caligiuri Maria Grazia; Muraca Benedetta; Pascuzzi Maria Teresa; Carpino Irene; Cortese Vito; Berlingeri Andrea; Elia Raffaele; Colosimo Massimo; Covelli Laura; Saporito Aldo; Marino Cristina; Scalzi Vincenzo; Raffaele Marchio; Rizzuti Alberto.
Alla consegna del dettato costituzionale, promossa dall’assessorato alla cultura con il responsabile Giovanni Folino, ha preso parte, oltre al presidente Uncem Vincenzo Mazzei, all’assessore al lavoro Nunzia Colosimo e al parroco don Giorgio Rigoni, anche il parlamentare calabrese Doris Lo Moro, anche componente della Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati. 
Tante cose messe insieme, ma la cosa più bella e attesa  è stata l’epilogo con  l’emozionante arrivo in piazza di Maria Pascuzzi e Marco Toppan, due giovani, lei petronese, lui della provincia di Treviso, partiti con una vespa e una bici dal Veneto il 26 maggio scorso e che, dopo lunghi undici giorni di sole e pioggia e più di mille chilometri, hanno raggiunto la Calabria, attraversando tutto l’Appennino in nome dell’unità d’Italia e le sue 150 candeline: poche domeniche come queste all’ombra dei monti della Sila.

Enzo Bubbo