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PETRONÀ, V CONVEGNO SULLA LEGALITA’
Data pubblicazione : 07-05-2010

Andare oltre l’ordinaria prassi didattica per spiegare ai giovani che non conviene essere ‘ndranghetisti.
 



E’ l’intento pedagogico che ha dato il là al V convegno sulla legalità “O noi o loro: meglio poveri che mafiosi”, organizzato dalla scuola “Corrado Alvaro” ieri mattina  nella palestra della primaria.
Un convegno come un altro, se non fosse che c’era tra gli oratori la sorella di un giudice che non ha certo bisogno di presentazioni: Giovanni Falcone.
La prof.ssa Maria, presidente della Fondazione Falcone e collaboratrice del Ministero della pubblica istruzione per la legalità, sa quali risposte dare alle istanze di legalità : “ Per vincere la criminalità – ha detto con grande comunicativa la cittadina di Palermo- serve lo Stato, poi l’educazione che si apprende in famiglia e poi ancora l’economia, i posti di lavoro. Non solo repressione, forte, ma anche antimafia sociale. Serve memoria viva. Mio fratello Giovanni, l’hanno detto gli americani, era la personificazione dello Stato, qualcuno l’ha chiamato l’anomalia siciliana. Fra pochi giorni è l’anniversario della morte arriveranno in Sicilia tremila giovani. Spero un giorno possiate venire  anche voi.” E ancora con l’aria di chi ci crede molto nelle cose che dice: “ La ‘ndrangheta è ora più potente di Cosa nostra e c’è bisogno di una mobilitazione da parte di tutti per fermarla. Noi come fondazione Falcone abbiamo rapporti con 400 scuole.”
Maria Falcone non ha chiuso il capitolo sulla strage di Capaci: “Ci sono delle connivenze, non è vero che Giovanni è stato ucciso solo dalla mafia, ci sono pezzi dello Stato, servizi deviati.”
Prima e dopo le riflessioni della Falcone, si è detto tanto per stigmatizzare la cultura del guadagno facile e denigrare quanti opprimono i diritti dei cittadini onesti. Le scolaresche dei tre comuni interessanti, non solo Petronà, ma anche Cerva e Andali, hanno espresso il loro no alla criminalità organizzata, salutando l’illustre relatore arrivata apposta da Palermo. Non aspettavano altro da mesi, studiando nel frattempo biografia e opere del magistrato siciliano.
Chi con l’inno, chi con un opuscolo, chi con una domanda o un cartellone. Alcuni hanno parlato, altri declamato, altri, come i Five wanted, hanno comunicato cantando. Scuola, società civile e istituzioni, soggetti diversi con un obiettivo condiviso: la mafia non si vince solo nelle aule dei tribunali, ma anche tra i banchi di scuola, dicendo che è meglio pochi euro ottenuti onestamente e non molti euro  frutto di illecita provenienza.
Hanno detto la loro, in una palestra stracolma di grandi e piccini, anche il primo cittadino Santino Bubbo, il parroco Don Giorgio Rigoni e il preside Antonio Mazza.
Per il sindaco di Petronà “dove c’è la scuola, c’è liberta e dove c’è libertà non c’è violenza”; secondo il sacerdote di origini venete ci sono “valori ineludibili che fanno la persona, mentre il mafioso non ha valori e non ha neppure amore”, mentre per il dirigente scolastico di Petronà “la legalità non è tema da trascurare”. Poggiava su numeri importanti la relazione del tenente Rocco De Paola della Compagnia di Sellia: “Qui in questo territorio c’è tuttora la criminalità, ci sono stati tanti morti e non è solo con le parole che li si ferma.”
Il V convegno sulla legalità, moderato dalla giornalista Antonella Scalzi, è stato promosso non solo dall’Istituto comprensivo dei tre comuni, ma anche dal Comune di Petronà con l’assessore Giovanni Folino in prima linea e  anche dall’associazione Insieme onlus  in sinergia con l’associazione musicale Diapason.
Ogni agenzia intenta a lavorare la terra dell’antimafia sociale, coltivare nella speranza di raccogliere frutti: qui la legalità non fa rima con fatalità, qui la legalità non fa venire l’orticaria.

E non da oggi: prima di Maria Falcone, è stata la volta di Salvatore Borsellino, del giudice Ledonne, di Giovanni Impastato e dei ragazzi di Locri.
Non solo repressione, ma soprattutto prevenzione per conoscere le mafie e costruire legalità: mai più morti per ‘ndrangheta.
Il V convegno sulla legalità è stato dedicato a Silvano Talarico, morto quasi due anni fa in un omicidio tuttora impunito.

 

Enzo Bubbo

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