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INCIDENZA DEL PATTO DI STABILITA’ INTERNO SULL’ATTIVITA’ DEL COMUNE E SULLA VITA DEI CITTADINI
Tantissimi di voi si stanno chiedendo come mai il Comune non asfalta le strade, ha ridotto al minimo le spese per le feste, ha aumentato le tasse ed è costretto a vendere alcuni immobili di cui è proprietario. Il motivo è semplice. A causa della grave crisi economica esistente e del notevole debito pubblico accumulato, lo Stato ha ridotto notevolmente i trasferimenti (circa 180.000,00 Euro di tagli al Comune di Petronà negli anni 2012 e 2013 che aumenteranno nel 2014) ed ha imposto la copertura integrale del costo del servizio della raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Inoltre a partire dal 2013, anche i Comuni con più di 1.000 abitanti (Petronà è fra questi), sono sottoposti al PATTO DI STABILITA’ INTERNO che produce forti limitazioni alla spesa.
È giusto quindi, sulla base dei principi di trasparenza amministrativa, che sappiate cosa impedisce di fare o porta a fare alcune scelte.
COME NASCE IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO
Il Patto è stato pensato dall'Unione Europea per tenere sotto controllo i conti pubblici degli Stati appartenenti all'area Euro, con lo scopo di ridurre i debiti accumulati negli anni. L'Europa ha posto degli obiettivi, i singoli Stati hanno scelto come raggiungerli. L'Italia, ha deciso di coinvolgere anche le Regioni, le Provincie e i Comuni assegnando loro specifici obiettivi attraverso il PATTO DI STABILITÀ INTERNO.
QUALI SONO LE ENTRATE E LE SPESE DEL COMUNE DA CONSIDERARE NEL PATTO DI STABILITA’ INTERNO?
Parte corrente Entrate correnti: imposte e tasse comunali, trasferimenti da altri enti pubblici e proventi da servizi erogati dal Comune;
Spese correnti: spese legate al funzionamento del Comune, alla manutenzione ordinaria dei beni comunali e ai servizi erogati, spese per interessi ammortamento mutui
Parte capitale
(investimenti) Entrate per investimenti: finanziamenti statali per la realizzazione di opere pubbliche e trasferimenti in conto capitale da parte di altri soggetti, come i proventi da attività edilizia dei privati (oneri di urbanizzazione)
Spese per investimenti: spese per acquisti di beni durevoli mobili (arredi, attrezzature, automezzi, ecc.) ed immobili, interventi di realizzazione e/o manutenzione straordinaria di opere pubbliche (strade, fognature, acquedotto, ecc.)
COSA DEVE FARE IL COMUNE PER RISPETTARE IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO?
Il patto utilizza un meccanismo di calcolo complesso a "saldo misto" che, in forma semplificata, somma il saldo della parte corrente (entrate meno spese) e il saldo della parte per investimenti (entrate meno spese) dell'anno. Per il rispetto del Patto dal calcolo finale deve risultare ogni anno una differenza per un importo
positivo predeterminato e via via crescente (per il Comune di Petronà 168.000,00 Euro nel 2013 e 249.000,00 Euro nel 2014). Tale meccanismo non considera le entrate da assunzione dei mutui e le uscite relative al rimborso della quota capitale degli stessi.
PERCHE’ PER IL COMUNE E’ DIFFICILE RISPETTARE IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO?
E' facile intuire che se fino a pochi anni fa per la realizzazione di un'opera pubblica si poteva ricorrere all'accensione di un mutuo, l'esclusione dell'entrata derivante da quel mutuo dal meccanismo di calcolo determina la quasi impossibilità di effettuare investimenti in opere pubbliche o di sostenere mutui contratti in precedenza senza sforare il patto di stabilità (e subire le pesanti conseguenze ad esso associate), salvo che non si disponga di elevate entrate da oneri di urbanizzazione, che si inizi a dismettere il patrimonio pubblico dell'ente, che l'opera sia in gran parte finanziata da contributi pubblici o che si riduca la spesa corrente.
COSA ACCADE SE IL COMUNE NON RISPETTA IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO?
Il mancato rispetto del patto di stabilità comporta pesanti sanzioni a carico dell'ente inadempiente, previste nell'anno successivo a quello dell'inadempienza, quali:
•la riduzione dei trasferimenti dello Stato dovuti agli enti locali in misura pari allo scostamento tra il risultato registrato e l'obiettivo prefissato. In altre parole, meno soldi versati dallo Stato al Comune;
•il divieto di impegnare spese correnti in misura superiore all'importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell'ultimo triennio. In altri termini, il Comune dovrà ridurre le spese per le manutenzioni ordinarie (strade, verde pubblico, ecc.), dovrà ridurre drasticamente l'erogazione dei servizi assistenziali;
•il divieto di ricorrere all'indebitamento per finanziare gli investimenti, ovvero l'impossibilità di contrarre qualsiasi mutuo per la realizzazione di nuove opere pubbliche (strade, scuole, rete idrica e fognante, ecc.);
•il divieto di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia di contratto.
COSA DOVRA’ FARE NEI PROSSIMI ANNI IL COMUNE PER RISPETTARE IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO?
• Ridurre e qualificare la spesa corrente (diminuendo gli sprechi, razionalizzando i servizi, ecc.) per ottenere economie garantendo gli standard quantitativi e qualitativi dei servizi offerti al cittadino.
•Valorizzare e vendere il patrimonio pubblico per ridurre l'indebitamento e la spesa corrente attraverso l'estinzione dei mutui pregressi
•Aumentare le entrate correnti soprattutto attraverso l'inasprimento della lotta all'evasione e all'elusione fiscale.
COSA POTREBBE FARE IL COMUNE SE SI ALLENTASSERO I VINCOLI DEL PATTO DI STABILITA’ INTERNO E SE RIUSCISSE A RISCUOTERE I CREDITI DAI CITTADINI MOROSI?
Il Comune potrebbe dare più risposte e con maggiore sollecitudine, alle giuste istanze dei cittadini, potrebbe estinguere i suoi debiti. Si potrebbero effettuare lavori e manutenzioni dei beni di proprietà comunale riavviando o portando a compimento opere già cantierate che potrebbero migliorare la vivibilità del paese e dare nuove opportunità di lavoro.
Petronà, 16 aprile 2014
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