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ATTUAZIONE LEGGE 56/2014 (DELRIO): OCCASIONE DA NON PERDERE PER IL CAMBIAMENTO DELLA CALABRIA
Data pubblicazione : 27-02-2015

ATTUAZIONE LEGGE 56/2014 (DELRIO):

 

OCCASIONE DA NON PERDERE PER IL CAMBIAMENTO DELLA CALABRIA

U N CE M
Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
Delegazione della Calabria


ATTUAZIONE LEGGE 56/2014 (DELRIO): OCCASIONE DA NON
PERDERE PER IL CAMBIAMENTO DELLA CALABRIA
L’entrata in vigore della Legge 56/2014, meglio nota come legge Delrio, ha inciso profondamente
sugli assetti politici ed istituzionali del nostro Paese. Non solo ha determinato una diversa
allocazione delle funzioni in capo ai vari Enti, ma ha spazzato via un’intera classe politica
intermedia, che traeva legittimazione dall’elezione diretta del Presidente e del Consiglio
provinciale. Con la nascita dell’Area Vasta e l’imminente cancellazione delle Provincie dall’articolo
114 della Costituzione, gli amministratori comunali sono gravati di nuovi compiti e maggiori
responsabilità.
Finora, chi ha amministrato la Regione Calabria, non ha operato in direzione di un vero processo
riformatore volto a creare una solida rete istituzionale in grado di dare forza ai territori ed esaltare le
specificità locali, ma ha badato semplicemente a consolidare e rafforzare quei carrozzoni, che come
i fatti dimostrano, sono serviti esclusivamente ad ingoiare e sperperare ingenti risorse pubbliche ed
a garantire il consenso politico-clientelare. A nulla sono servite le nostre continue sollecitazioni e le
puntuali proposte avanzate.
Il nostro fine è stato sempre quello di rafforzare i Comuni, soprattutto quelli più piccoli,
impossibilitati a dare qualsiasi risposta ai bisogni dei propri cittadini, a causa dei tagli indiscriminati
ai trasferimenti statali ed alla morsa soffocante del Patto di Stabilità Interno, che ha ridotto la
possibilità di effettuare investimenti. Abbiamo sempre spinto con determinazione e chiesto in ogni
occasione a quanti sono stati al governo della Regione, di incentivare adeguatamente il processo
associativo, per migliorare qualità e quantità dei servizi erogati, ridurre i costi di gestione e
soprattutto elevare la capacità progettuale, al fine di poter utilizzare proficuamente le ingenti risorse
messe a disposizione dall’Unione Europea.
Ci siamo trovati di fronte ad un muro di incomprensione. Eppure le occasioni per avviare e rendere
concreto un processo riformatore non sono mancate, soprattutto quando si è trattato di superare il
vecchio quadro della governance dei territori montani che faceva leva sulle Comunità montane. In
Calabria si è preferito operare in netta controtendenza rispetto a quanto è avvenuto nel resto del
Paese. Infatti, mentre la maggior parte delle Regioni hanno legiferato per far nascere le Unioni di
Comuni montani, da noi si è deciso nel modo opposto.
La Legge Delrio ci offre l’occasione di rimediare agli errori commessi e di procedere in attuazione
dell’art. 118 della Costituzione al necessario riordino istituzionale, ridefinendo in modo puntuale
l’allocazione delle funzioni amministrative. Non si tratta di inventare alcunché, ma solo di
riorganizzare l’intero sistema autonomistico calabrese, per consentire ai governi locali di fornire
beni e servizi adeguati ai propri cittadini ed alle imprese che gravitano sui loro territori.
Con il decreto mille proroghe si è deciso di far slittare alla fine del 2015 l’obbligo per i piccoli
Comuni di gestire in forma associata attraverso Convenzioni o Unioni, tutte le funzioni
fondamentali. Si tratta solo di un rinvio, che dobbiamo sapere utilizzare proficuamente.
Il tema di fondo su cui occorre approfondire il confronto, è la dimensione ottima del governo locale,
che deve tener conto di una pluralità di criteri da cui dipende l’adeguatezza degli assetti
istituzionali: efficienza, efficacia, equità e infine identità, partecipazione e controllo.
In una situazione ideale, la dimensione demografica del governo locale è tale da minimizzare il
costo unitario di produzione dei servizi grazie allo sfruttamento di economie di scala (criterio di
efficienza); far ricadere i benefici dei servizi attivati interamente all’interno dei confini
dell’amministrazione che li eroga, realizzando la massima coincidenza tra utilizzatori e finanziatori
degli stessi (criteri di efficienza e di equità); garantire l’offerta di tutti i servizi domandati dalla
popolazione grazie al raggiungimento delle soglie minime di produzione (criterio di efficacia);
offrire condizioni omogenee di accesso ai servizi per criteri di selezione e tariffe di
compartecipazione (criterio di equità); garantire l’accesso a risorse finanziarie e competenze
professionali adeguate a rispondere ai bisogni rilevati; ad interloquire in modo significativo con i
livelli di governo superiori e ad incidere in modo sostanziale sui percorsi di sviluppo delle comunità
di riferimento (criterio di efficacia).
Allo stesso tempo, in una situazione ideale, alla dimensione del governo locale si richiede di essere
adeguata ai territori che le comunità locali percepiscono come parte della propria identità, come
pure di massimizzare la partecipazione al processo di produzione delle politiche pubbliche e la
capacità di controllo degli amministrati sull’operato dei propri amministratori (criteri di identità,
partecipazione e rendicontazione/controllo).
I Comuni piccoli uniscono elevati costi fissi a bassa offerta di servizi, povertà delle risorse umane e
delle competenze e scarso potere decisionale degli amministratori locali, determinando una perdita
di benessere per la popolazione insediata ben visibile e misurabile.
Da tali considerazioni a mio modesto avviso occorrerebbe partire, per realizzare una riforma che
non abbia il respiro corto dettato dalla necessità e dall’urgenza di dover semplicemente attuare una
legge nazionale, ma dall’esigenza di costruire un sistema istituzionale locale, capace di far crescere
l’intera Calabria.
Questa è la sfida a cui dovranno saper dare la risposta più avanzata non solo il Presidente Mario
Oliverio è la maggioranza di centrosinistra che governa la Calabria, ma anche le Forze Politiche, le
Associazioni di rappresentanza degli Enti locali (ANCI, UPI, UNCEM e Lega delle Autonomie
Locali) e le Organizzazioni Sindacali e Sociali.
Catanzaro, 26 febbraio 2014
 

Vincenzo Mazzei
Sindaco di Petronà – Presidente UNCEM Calabria

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